Autori

Carmelo Alù

Date

2526 Nov 2023

Orario

sabato 25 - 20:30
domenica 17:00

La fame è una necessità corporea; eppure, appartiene anche al mondo impalpabile della psiche. La fame è privata, una pulsione intima che riduce tutto all’essenziale.

Quando abbiamo fame la nostra coscienza si allontana: i nostri corpi tornano elementari, precipitiamo in quel passato infantile di cui non abbiamo neanche ricordi, i ragionamenti diventano inutili e quel bisogno è soltanto un’urgenza.

 

Oggi la sopravvivenza, l’allungamento della vita ad ogni costo, avanza a livello globale diventando il valore più alto che mette tutti gli altri in secondo piano. Nel nome della sopravvivenza sacrifichiamo volentieri tutta ciò che rende la vita meritevole di essere vissuta, anche il godimento. Siamo sempre affamati e l’ipocondria digitale degrada la vita, il rapporto costante con i dispositivi tecnologici che ci circondano la spoglia di qualsiasi narrazione capace di generare senso. La vita è solo prestazione, tutto ciò che si può misurare e conteggiare. Nulla promette durata. Siamo sottomessi alla formula smart: ci viene costantemente chiesto di comunicare i nostri bisogni, i nostri desideri e le nostre preferenze, di raccontare noi stessi. È indifferente che l’interlocutore sia un essere umano, l’importante è comunicare, mantenere permanente il flusso di dati di cui il mondo digitale si nutre. Questa fame disumana ci rende dei non morti: siamo troppo affamati per morire e troppo affamati per vivere.

 

E allora cosa succede a un ragazzo affamato quando prova a nutrirsi senza sfruttare risorse naturali, dialogando solo con un dispositivo? Quando a stabilire cosa sta accadendo al nostro corpo non siamo più noi con i nostri sensi limitati ma una macchina assoluta come un dio, quando reale e virtuale combaciano di cosa abbiamo fame?

Scritto e diretto da Carmelo Alù

Con Emanuele Linfatti

Musiche di Emanuele Linfatti

Realizzazione scena Marta Montevecchi

Produzione Atto Due


In collaborazione con