“Alle immagini si rimprovera di offrire la possibilità di guardare la sofferenza da lontano, come se ci fosse qualche altro modo di farlo. Ma anche guardare da vicino – senza la mediazione di un’immagine – resta sempre e soltanto guardare”. Susan Sontag
Ispirato al testo “Davanti al dolore degli altri” di Susan Sontag che affronta il crudo tema della spettacolarizzazione della violenza. A partire dalla domanda “può la rappresentazione del dolore mantenere la sua veridicità?”, le due danzatrici indagano la relazione di due corpi in contatto che si fanno specchio, immagine, forma l’uno dell’altro, per affrontare una sofferenza lontana, e lasciare da parte, seppur per un istante, l’abitudine di distogliere lo sguardo.